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Cristina Scocchia al Meeting di Rimini: dazi USA, sfide europee e mercato del caffè

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Il settore del caffè italiano si trova ad affrontare una delle sfide più complesse degli ultimi anni. Con gli Stati Uniti che rappresentano il secondo mercato mondiale dopo l’Italia per illycaffè – dove l’azienda sviluppa il 20% del proprio business – l’introduzione di dazi al 15% nell’accordo tra USA e UE avrà ripercussioni significative sull’intero comparto.

Per illycaffè, assorbire i dazi al 15% comporterà una compressione significativa dei margini, ma l’azienda valuta positivamente l’esito delle trattative: la ritirata strategica dell’Europa era inevitabile di fronte a un rapporto di forze così sbilanciato.

L’analisi geopolitica: forze impari tra USA ed Europa

Secondo le analisi di Cristina Scocchia, Amministratore Delegato di illycaffè, affrontate al Meeting di Rimini, l’accordo tra USA e UE sui dazi al 15% non rappresenta né una vittoria né un pareggio, ma neanche una disfatta completa, poiché si è evitata una guerra commerciale che avremmo comunque perso.

La spiegazione risiede nel divario strutturale tra le due potenze: da un lato gli Stati Uniti, che costituiscono uno Stato con una leadership politica chiara e indipendenza energetica, militare e tecnologica. Dall’altro, un’Europa frammentata che non rappresenta un’entità statale unitaria, ma tanti Stati insieme spesso con interessi divergenti e una governance ancora poco chiara e farraginosa, priva di una leadership forte e condivisa.

L’Europa inoltre non gode di indipendenza nei settori strategici: energia, difesa militare e soprattutto tecnologia digitale e intelligenza artificiale. In questo scenario, secondo Scocchia, era necessario ripiegare in maniera pragmatica e ordinata per proteggere non solo il business, ma anche quella partnership politica e valoriale che lega le due anime dell’Occidente.

La strategia europea: crescere con regole condivise

La risposta alla sfida dei dazi, secondo l’AD, passa attraverso una visione di rilancio della competitività europea. In un contesto globale sempre più instabile e competitivo, l’Europa deve mettere in comune risorse e visione strategica per affrontare le grandi sfide: autosufficienza energetica, difesa comune e innovazione tecnologica.

Viene sottolineata la necessità di una politica industriale strutturata per recuperare il terreno perso nelle nuove tecnologie e sostenere i settori tradizionali come quello del caffè.

Il vero problema: i “dazi interni” europei

Secondo l’analisi di Scocchiia, la vera complessità non risiede nei dazi americani, ma nella frammentazione interna europea. Le regole di Spagna, Francia e Italia risultano spesso sovrapposte, contraddittorie e diversificate, scoraggiando innovazione e crescita.

Un dato impressionante: la frammentazione normativa equivale a un dazio interno del 45% sui beni e 110% sui servizi. Per questo viene auspicata una semplificazione del quadro normativo e la promozione della sua armonizzazione.

Particolare attenzione viene rivolta alla questione fiscale: l’allineamento fiscale non è un lusso, è una necessità. La concorrenza fiscale interna che ha permesso a Stati membri come Irlanda, Paesi Bassi e Lussemburgo di operare come paradisi fiscali deve cessare.

Infine, illycaffè identifica come priorità la riduzione del costo dell’energia e un approccio più equilibrato al Green Deal e ad alcune regolamentazioni europee.

La “tempesta perfetta” nel mercato del caffè

Il settore caffeicolo mondiale sta vivendo quella che si definisce una vera e propria “tempesta perfetta”. Il prezzo della materia prima, il caffè verde, si mantiene su quotazioni molto elevate – intorno ai 380 centesimi per libbra – raggiungendo tre volte la media storica.

Le cause di questo rialzo sono molteplici e interconnesse:

  • I dazi del 50% imposti dagli Stati Uniti sulle importazioni brasiliane stanno riducendo l’offerta sul mercato americano, dove circa un terzo del caffè non tostato proviene dal Brasile
  • Condizioni climatiche sfavorevoli nei Paesi d’origine, con particolare riferimento ai danni causati dalla recente gelata nel Cerrado
  • Preoccupazioni meteorologiche legate alla mancanza di pioggia in Brasile

L’impatto sui prezzi del caffè espresso in Italia

Gli effetti di questa situazione si riflettono direttamente sui consumatori italiani. Il costo medio della tazzina al bar è attualmente in forte crescita: +19% rispetto al 2021 e +3,4% rispetto al 2024.

Emerge inoltre una grande disparità geografica: mentre Benevento e Bolzano si attestano intorno ai 1,50 euro per tazzina, Catanzaro mantiene prezzi di 1,00 euro.

Le previsioni non sono incoraggiante: come evidenza Scocchia il persistente trend rialzista della materia prima potrebbe causare un ulteriore aumento dei prezzi al consumo, mettendo sotto pressione l’intero comparto della ristorazione e dei bar italiani.

La sfida per le aziende del settore sarà quella di bilanciare la sostenibilità economica con la necessità di mantenere accessibile una bevanda che rappresenta un elemento identitario della cultura italiana.

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