venerdì, Novembre 15, 2024
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I Nas in Emilia-Romagna: sequestrate 35 tonnellate di caffè

Contaminazioni di microtossine, infestazioni di ratti e lucertole, caffè scaduto e rivenduto: le scoperte dei Nas in alcune torrefazioni dell'Emilia-Romagna.

Le recenti azioni condotte dai Carabinieri del Nas di Bologna hanno messo in luce una serie di problemi gravi all’interno delle torrefazioni del territorio. Le indagini hanno coinvolto diverse aziende situate non solo a Bologna, ma anche nelle vicine Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Le irregolarità riscontrate riguardano principalmente la presenza di micotossine dannose e la vendita di caffè scaduto, dopo essere stato riconfezionato.

In seguito alle 22 ispezioni effettuate, sono emerse 11 criticità, concentrando l’attenzione soprattutto sulle provincie di Bologna e Forlì-Cesena. Tra gli episodi più gravi, spicca il caso di contaminazione da Ocratossina A nel caffè proveniente dall’Etiopia, rinvenuto presso uno stabilimento bolognese. Inoltre, è stato scoperto che in un’altra azienda della provincia di Bologna veniva stoccato caffè scaduto da diversi anni.

Ma le irregolarità non finiscono qui. L’intervento del Nas ha rivelato anche una serie di violazioni agli standard igienico-sanitari e strutturali in diverse realtà del settore. Ad esempio, è emerso che un vasto magazzino situato nella zona di Imola custodiva diverse tonnellate di caffè e altri prodotti alimentari in condizioni igieniche considerate inaccettabili.

E non è ancora tutto. Un’altra azienda della provincia di Forlì è stata accusata di gravi mancanze, tra cui la non tracciabilità delle materie prime e del prodotto finito, oltre a un’infestazione di lucertole e roditori.

Complessivamente, le conseguenze di queste indagini sono state significative. Le attività sospese hanno un valore approssimativo di 11 milioni di euro, mentre sono stati sequestrati oltre 35.000 kg di caffè, con un valore stimato di 820.000 euro. Le sanzioni amministrative inflitte hanno raggiunto un totale di 28.000 euro.

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