giovedì, Luglio 31, 2025
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Kimbo e Oscar Farinetti: un incontro per valorizzare la qualità del caffè italiano

L’incontro tra due visioni imprenditoriali d’eccellenza ha portato alla luce una delle questioni più scottanti del settore: il sottocosto del caffè espresso italiano. Oscar Farinetti, fondatore di Eataly e figura di riferimento nel mondo enogastronomico, e Mario Rubino, presidente di Kimbo, si sono confrontati sul tema della qualità del caffè e del suo giusto prezzo in un dialogo seguito dalle telecamere ANSA.

Le radici nel caffè di Oscar Farinetti

La competenza di Farinetti nel settore caffeicolo affonda le radici nella storia familiare. L’imprenditore visionario ha mosso i primi passi professionali proprio nel mondo della torrefazione: «Mio padre, partigiano e idealista, aveva fondato nel 1967 una torrefazione di caffè e l’aveva chiamata UniEuro. Fu proprio in quella torrefazione che io incominciai a lavorare nel 1978».

Un’esperienza formativa che gli ha permesso di apprendere le differenze tra i vari caffè crudi del mondo e di comprendere l’importanza della qualità sia delle materie prime che in fase di trasformazione. Questa expertise ha reso Farinetti la voce autorevole ideale per affrontare le criticità attuali del mercato.

La sfida di Kimbo: qualità senza compromessi

L’iniziativa nasce dalla volontà di Mario Rubino di sensibilizzare i consumatori sul valore della filiera del caffè, un processo complesso che parte dalle zone equatoriali del pianeta per arrivare nelle tazzine dei bar, ma che rimane spesso incompreso nella sua interezza.

In un momento particolarmente critico per il settore, caratterizzato dall’aumento dei costi del caffè crudo e dalle pressioni sui prezzi di vendita dovute alle crisi internazionali, Kimbo ha scelto di non scendere a compromessi. Come ha spiegato Rubino: «Siamo convinti che la qualità, costruita con impegno lungo tutta la filiera, sia un valore da difendere».

La provocazione di Farinetti: “2,50 euro per un espresso”

L’affermazione più dirompente è arrivata proprio da Farinetti, che ha posto l’accento su una realtà economica insostenibile: «In Italia il prezzo del caffè espresso è sempre stato calmierato proprio per l’importanza che riveste per noi italiani. Ma se dovessimo guardare ai costi reali, oggi una tazzina di caffè al bar non dovrebbe costare meno di 2,50 Euro».

Un’analisi che evidenzia come l’Italia sia l’unico paese occidentale dove la tazzina di caffè risulti sottopagata, con prezzi simili solo in Grecia e Portogallo. La denuncia di Farinetti è chiara: «Tenere il prezzo di una tazzina di caffè al bar a 1,20, al Sud, o magari a 1,50, al Nord, non è sostenibile e non è giusto».

Il confronto con altre bevande: una questione di percezione

L’imprenditore ha posto un interrogativo provocatorio sui paradossi del mercato: quanto si paga per una qualsiasi bibita o per un bicchiere d’acqua al bar? Prodotti pronti che «bisogna solo versare», mentre il caffè «ogni volta deve essere “cucinato”».

Il barista viene così definito come “il cuoco del caffè”, figura professionale che merita riconoscimento per il ruolo cruciale nell’ultimo miglio della filiera. Come ha sottolineato Farinetti: «Così come nessuno si aspetterebbe una bottiglia di vino d’eccellenza a pochi euro, anche la tazzina di caffè dovrebbe essere riconosciuta come il risultato di una filiera complessa e artigianale».

Formazione e cultura del caffè: la strada verso la qualità

La strategia di Kimbo per elevare la percezione del valore passa attraverso l’intensificazione delle attività del Kimbo Training Center, ora rivolte non solo ai professionisti ma anche agli appassionati. L’obiettivo è creare un consumatore più esperto ed esigente che, come avvenuto nel mondo del vino, sappia apprezzare e riconoscere il giusto valore di una qualità eccellente in tazza.

Come ha spiegato Rubino: «Il barista è il responsabile dell’ultimo miglio, deve saper valorizzare e raccontare tutta la complessità che c’è dietro una tazzina».

Alla scoperta della torrefazione napoletana

Dopo l’incontro al Training Centro con la famiglia Rubino – Alessandra, Mario e Paola, insieme a Luca Amabile e Gerardo Evangelista delle seconde e terze generazioni – insieme alla Quality Manager Maria Cristina Tricarico, Farinetti ha potuto osservare le centinaia di pregiati Arabica e Fine Robusta che compongono le miscele Kimbo, per poi seguire tutte le fasi industriali con Francesco Cavallo, Direttore Industriale Sviluppo Impianti.

Il fascino della tostatura scura napoletana

«Non avevo mai visitato una torrefazione napoletana» – ha dichiarato Farinetti – «e non vedevo l’ora di farlo proprio in Kimbo perché sono affascinato dalla tostatura scura, quella capacità di spingere il punto di cottura al punto massimo possibile per far esprimere al caffè tutte le sue meraviglie».

L’apprezzamento si è esteso alla cultura napoletana del caffè, riconosciuta come simbolo di incontro umano: «A Napoli avete preso la parte di vitalità energetica del caffè e l’avete fatta diventare simbolo dell’incontro umano. Per non parlare del caffè sospeso: invenzione della solidarietà sociale».

Le sfide del mercato globale

Le difficoltà attuali del settore sono state evidenziate dai dati forniti da Rubino: il costo del caffè verde è aumentato del 300% negli ultimi 24 mesi, a causa del cambiamento climatico, dei fattori geopolitici e dell’incremento del consumo mondiale. Una situazione che ha portato al raddoppio generale dei prezzi.

Nonostante queste criticità, l’impegno di Kimbo rimane saldo: «Per noi, senza la qualità non si va avanti». La promessa di Rubino ai consumatori è chiara: «Se mai i prezzi del caffè crudo, i dazi e il mercato internazionale ce lo consentiranno, noi di Kimbo faremo di tutto, mantenendo la qualità, per offrire sempre il nostro caffè al prezzo più giusto per tutti».

Un messaggio che sottolinea come la qualità rimanga il valore non negoziabile in un mercato sempre più complesso e sfidante.

Infografica elaborata da Kimbo: ecco come si suddivide il prezzo di una tazzina di caffè da 2 euro

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