Caffè Borbone ha chiuso il primo semestre del 2024 con ricavi a 166,7 milioni di euro, in aumento dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2023.
“Il percorso di crescita e sviluppo di questa prima parte dell’anno è il risultato di una strategia di business pianificata per affrontare l’attuale contesto economico e fronteggiare l’aumento dei costi della materia prima, in particolare della qualità di caffè Robusta, che ha raggiunto picchi record. Una strategia che ha messo al primo posto i consumatori, limitando il più possibile i rincari sui prezzi al pubblico, e che si è dimostrata efficace, permettendoci di continuare la nostra traiettoria di sviluppo. – ha dichiarato Marco Schiavon, Amministratore Delegato di Caffè Borbone – I risultati del primo semestre ci permettono di guardare con ottimismo al futuro e ci proiettano verso un traguardo di fine anno superiore ai 300 mln con cui abbiamo concluso l’esercizio precedente”.
Marco Schiavon, AD Caffè Borbone
Dall’analisi dei risultati emerge l’ottimo andamento del mercato estero, che cresce del 50% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente. In particolare, prosegue lo sviluppo del mercato americano che, sotto la guida della neocostituita filiale Caffè Borbone America Corp, raddoppia il risultato 2023.
A livello di canali distributivi si segnala l’ottima performance della GDO, canale strategico per coprire ancora più capillarmente il mercato e migliorare ulteriormente la penetrazione del brand su tutto il territorio nazionale.
Il primo semestre ha segnato importanti traguardi anche sul fronte dell’impegno in ambito sostenibilità. L’azienda ha aderito alla Science Based Targets initiative (SBTi) e ha definito i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 a breve e lungo termine in linea con lo scenario net-zero e si appresta a sottoporli alla validazione del team di esperti di SBTi. Sempre nell’ottica di ridurre l’impronta ambientale, sono stati completati i lavori per la realizzazione di un nuovo polo logistico, con la costruzione di un nuovo magazzino da 10.000 mq nelle immediate vicinanze dello stabilimento di Caivano. Il nuovo fabbricato, che entrerà in funzione nella seconda parte del 2024, non solo permetterà un efficientamento in termini di gestione magazzino, ma contribuirà all’autonomia energetica dello stabilimento grazie all’impianto fotovoltaico da 500 kW posizionato sul tetto.
“La sostenibilità continua a guidare le scelte dell’azienda. Dalla certificazione delle materie prime, all’attenzione per i lavoratori nei Paesi d’origine, fino alla produzione di caffè con packaging sempre più sostenibile e all’inaugurazione di un magazzino ad altissima efficienza energetica. L’obiettivo è quello di rendere il nostro caffè ancora più buono, anche per il pianeta e la comunità locale.” – conclude Marco Schiavon.
Grazie a un lavoro costante in ottica di sviluppo economico, sociale e ambientale, nel mese di giugno Caffè Borbone ha ottenuto la Golden Medal nel Sustainability Rating di EcoVadis, una delle più importanti piattaforme internazionali di rating di sostenibilità, collocandosi nel 2% delle migliori società tra tutte quelle valutate da EcoVadis negli ultimi 12 mesi.
Caffè Borbone. Nata a Napoli nel 1999 come piccola torrefazione legata alla tradizione del caffè napoletano, Caffè Borbone è diventata in pochi anni uno dei principali produttori di caffè monoporzionato in cialde e capsule. Rappresenta un caso di crescita esemplare, grazie anche al costante investimento in Ricerca & Sviluppo che ha portato alla realizzazione di prodotti innovativi e di qualità che, gradualmente, hanno conquistato i consumatori sempre più attenti all’ambiente. È stata, infatti, la prima azienda in Italia a proporre la cialda compostabile che, smaltita nell’umido, può essere utilizzata per la produzione di compost, con involucro riciclabile nella raccolta della carta. Successivamente, ha lanciato la capsula compostabile in biopolimero con il top in carta filtro. Nel 2018, Caffè Borbone entra nel capitale sociale Italmobiliare, una delle principali investment holding italiane, con il 60% delle quote mentre il 40% rimane al fondatore Massimo Renda.
Fonte: Horecanews.it