In Italia il caffè è molto più di una bevanda: rappresenta un piacere quotidiano e un rituale che unisce generazioni e territori, capace di mettere d’accordo tutti. A dimostrarlo sono i risultati della ricerca “Gli italiani e il caffè”, condotta da AstraRicerche per il Comitato Italiano del Caffè di Unione Italiana Food, secondo cui il 97,7% degli italiani beve caffè e il 71% lo consuma ogni giorno.
Lo studio è stato presentato il 30 settembre alle 10.30, durante l’evento “Dal chicco verde alla tazzina: un viaggio culturale e sensoriale alla scoperta del caffè”, organizzato dal Comitato Italiano del Caffè insieme all’Ambasciata del Brasile in occasione della Giornata Internazionale del Caffè. La splendida sede di Piazza Navona a Roma ha fatto da cornice a un viaggio lungo la filiera del caffè, dalle origini della materia prima fino all’eccellenza della torrefazione italiana. Gli ospiti hanno potuto vivere un’esperienza immersiva grazie al corner degustativo curato dal maestro del caffè Gianni Cocco, che ha svelato i segreti dell’espresso perfetto.
Consumi e preferenze degli italiani
Il caffè si conferma presenza costante nella vita di oltre sette italiani su dieci, con differenze legate a età e genere. Le donne risultano leggermente più assidue (73%) rispetto agli uomini (69%), mentre la fascia 35-65 anni si rivela la più fedele, con oltre il 75% di consumo quotidiano.
Le modalità di preparazione raccontano un Paese in trasformazione: cialde e capsule guidano le preferenze (59,5%), seguite dalla moka (55,2%) e dalle macchine espresso automatiche (34,4%). Tuttavia, il trend segna un calo delle capsule rispetto agli anni precedenti (65% tra il 2021 e il 2023), una risalita della moka e una crescita costante delle macchine automatiche, ora al 18,9%.
L’espresso resta però il punto fermo della tradizione italiana: il 51,6% lo indica come metodo di preparazione preferito, con gradimento che cresce con l’età. Ottiene un punteggio medio di 8,06 al bar e sfiora l’8 anche a casa. È scelto dal 74,3% per gusto personale, dal 64,9% come opzione all’estero e dal 75,7% come il più apprezzato nel mondo. Per gli italiani è simbolo di convivialità (83,2%), rapidità (81,8%) e accessibilità (59%). Le alternative – solubile, americano, french press o cold brew – restano marginali, così come specialty coffee, biologico e Fairtrade, ancora confinati a piccole nicchie.
Tra passione e scarsa conoscenza
Se l’amore per il caffè è indiscusso, la conoscenza della sua filiera produttiva è molto più fragile. La maggioranza degli italiani riconosce il Brasile come primo produttore mondiale (72%) e la Colombia come tra i principali (56%), ma pochi citano Vietnam (10,6%) e Indonesia (8,9%), rispettivamente secondo e quarto per volumi. Sorprende soprattutto che il 44,1% sia convinto che in Italia si coltivi caffè, e addirittura il 20,5% crede che si tratti di coltivazioni significative. Tra i giovani 18-24enni questa percentuale sale al 42%.
La percezione dei chicchi è altrettanto incerta: solo il 40,5% sa che prima della tostatura sono verdi o gialli, mentre la maggioranza li immagina già marroni o neri. Il 53,8% sa che crescono all’interno di frutti, ma il 10% pensa che nascano sotto terra. Le varietà più note restano poche: l’Arabica è conosciuta dal 90,4%, la Robusta dal 56,7%, mentre Liberica ed Excelsa non superano il 15%.
Meglio va sul fronte dei fattori che incidono sul gusto: l’88,7% individua correttamente la tostatura, l’82,9% l’area di coltivazione e il 79,9% i processi di lavorazione. Rimangono però incertezze: oltre la metà non conosce i tempi reali della tostatura, spesso ritenuti molto più lunghi del necessario. Anche il riconoscimento della tradizione italiana nella torrefazione varia con l’età: il 71,3% la valorizza, ma la percentuale scende al 61% tra i più giovani e sale all’81% tra i 55-65enni. Inoltre, non tutti hanno chiaro il concetto di “arte della torrefazione”: tre italiani su quattro lo collegano a una tostatura accurata e al controllo dei tempi, poco più del 70% anche alla creazione delle miscele.
L’importanza di trasmettere il rito dell’espresso
L’Italia si conferma il Paese che più ama il caffè, ma al tempo stesso mostra grandi lacune di conoscenza sulle sue origini, le varietà, le tecniche di estrazione e la tostatura. Le nuove generazioni, in particolare, tendono a conoscere meno il mondo del caffè, attratte invece da elementi esotici e di tendenza.
Un monito arriva dalle parole di Giuseppe Lavazza, presidente del Comitato Italiano del Caffè: “Il caffè italiano è un’icona riconosciuta nel mondo: la sua forza risiede nella capacità di selezionare la materia prima e nel know-how con cui viene trasformata. È un settore capace di fare innovazione, sia a livello di prodotto che di processi industriali. Valorizzare e far comprendere ogni fase della filiera — dalla selezione dei chicchi alla tazzina — non può che rafforzare l’apprezzamento di questa bevanda.”
Leggi l’articolo anche su Horecanews.it