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Essse Caffè ridefinisce la cultura sensoriale dell’espresso con i ragazzi ipovedenti di Bologna

Essse Caffè e l'Istituto Cavazza portano l'arte del caffè ai ragazzi ipovedenti: un'esperienza sensoriale per tutti in occasione della Giornata Internazionale.

Una degustazione che ridefinisce l’esperienza del caffè espresso: è quanto accaduto sabato 27 settembre 2025 presso l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza di Bologna, dove Essse Caffè ha organizzato due sessioni di assaggio multisensoriale destinate a persone con disabilità visiva.

L’iniziativa, realizzata in occasione della Giornata Internazionale del Caffè, ha messo al centro un approccio innovativo alla degustazione: eliminare la vista per valorizzare tutti gli altri sensi che compongono l’esperienza del caffè.

L’esperienza sensoriale guidata dai Coffee Master

Dalle 10 alle 13, i Coffee Master Vito Campanelli e Thomas Pranzini hanno accompagnato gruppi di giovani e adulti ipovedenti attraverso un percorso articolato in quattro dimensioni sensoriali. La texture dei chicchi tostati al tatto, il suono inconfondibile dell’estrazione dell’espresso, l’intensità aromatica sprigionata durante la preparazione e, naturalmente, il profilo gustativo della bevanda hanno costituito le tappe di questo viaggio.

“Essere assaggiatori significa avere la capacità di ascoltare i propri sensi – ha spiegato Vito Campanelli, Coffee Master & Brand Ambassador Essse Caffè – e in questo i nostri partecipanti alla degustazione hanno dimostrato una forza straordinaria”.

L’evento ha evidenziato come la professione di assaggiatore di caffè non solo sia accessibile a chi convive con una disabilità visiva, ma possa addirittura beneficiare dell’affinamento naturale degli altri sensi, in particolare olfatto e gusto, fondamentali per la valutazione qualitativa dell’espresso.

“Vogliamo che il caffè diventi un linguaggio che unisce – ha aggiunto Thomas Pranzini, Coffee Master & Controllo Qualità Essse Caffè – perché davanti a una tazzina le barriere si abbattono e si crea vicinanza”.

Un laboratorio di inclusione nel settore caffè

L’Istituto Cavazza, storico punto di riferimento bolognese per l’autonomia e l’integrazione professionale delle persone ipovedenti, si è rivelato la location ideale per questa sperimentazione che unisce formazione tecnica e inclusione sociale.

“Per i nostri ragazzi il caffè è diventato un ponte verso il mondo esterno – ha dichiarato Pier Michele Borra vicepresidente dell’Istituto Cavazza –. Iniziative come questa ci ricordano che l’inclusione non è solo una parola, ma un’esperienza concreta fatta di gesti, profumi e relazioni. Grazie a Essse Caffè, abbiamo mostrato come la disabilità visiva possa trasformarsi in un punto di forza e non in un limite”.

Tra i partecipanti all’evento, il dott. Federico Bartolomei, coordinatore delle attività di ipovisione dell’Istituto Cavazza, Chiara Segafredo, membro fondatore di Essse Caffè e rappresentante della famiglia Segafredo, e Annamaria Mele della Direzione Commerciale de La Spaziale.

“Vedere il caffè diventare occasione di incontro e inclusione è il modo più autentico per onorare la tradizione che portiamo avanti da oltre cent’anni”, ha sottolineato Chiara Segafredo.

Il legame con il territorio e la candidatura UNESCO

L’iniziativa si inserisce nella strategia di radicamento territoriale di Essse Caffè, presente a Bologna da oltre quarantacinque anni e impegnata nel sostegno ai progetti dell’Istituto Cavazza come espressione del proprio legame con la comunità locale.

La giornata assume inoltre un significato particolare nel contesto della candidatura del rito del caffè espresso italiano a Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO, promossa dal Consorzio di Tutela del Caffè Espresso Italiano Tradizionale.

Il 1° ottobre, a Trieste presso l’Antico Caffè San Marco, si terrà il convegno “L’espresso italiano oltre il caffè – Un rito culturale come patrimonio immateriale dell’umanità”, dedicato alle strategie di valorizzazione di questa pratica culturale.

Essse Caffè, insieme a La Spaziale, fa parte della comunità emblematica di Bologna che sostiene attivamente questo percorso di riconoscimento internazionale.

“Il rito del caffè appartiene alla nostra quotidianità e alla nostra identità culturale – ha dichiarato Agata Segafredo, Communications Director di Essse Caffè – Con questa iniziativa abbiamo voluto dimostrare che il caffè non è soltanto una bevanda, ma un’esperienza capace di creare relazioni, generare inclusione e raccontare l’Italia, tutta, nel mondo. La candidatura UNESCO rappresenta il riconoscimento di un patrimonio condiviso che supera ogni differenza”.

“È stata un’esperienza che ci ha fatto sentire parte di un’unica comunità – ha raccontato uno dei partecipanti, emozionato al termine della degustazione – Il caffè non è stato solo un sapore, ma un modo per entrare in relazione con gli altri”.

Un esempio concreto di come la cultura del caffè possa diventare strumento di innovazione sociale e accessibilità professionale nel settore.

Leggi la notizia anche su Horecanews.it

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