mercoledì, Aprile 2, 2025
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Caffè: l’avanzata del Cold Brew


Nel mondo si consuma sempre più caffè freddo. La tendenza, emersa diversi anni fa ma oggi in via di consolidamento, vedrebbe come protagonista il Cold Brew Coffee, un metodo di estrazione che conquista un numero crescente di appassionati per la sua freschezza e il sapore più delicato.

Secondo una ricerca condotta da Fortune Business Insights la maggiore consapevolezza degli effetti negativi prodotti dalle bevande gassate con il loro alto contenuto di conservanti starebbe spingendo i consumatori a preferire quelli a base di caffè favorendo la diffusione del Cold Brew, complice il sostegno soprattutto dei Millenials.

Le dimensioni del mercato sono state valutate in 3,16 miliardi di dollari nel 2024 e si prevede una crescita da 3,87 miliardi di dollari nel 2025 a 16,22 miliardi di dollari entro il 2032, con un CAGR del 22,71%.

Sarebbe il Nord America a trainare il segmento con una quota di mercato del 35,76% nel 2024, mentre a sostenere il trend sarebbe la crescente predisposizione dei consumatori a preferire gli “Specialty Coffee” e le soluzioni Ready to Drink (RTD).

Nei paesi dell’Europa occidentale, come Belgio, Italia, Francia e Regno Unito, il caffè sia nella versione Cold Brew che RTD sarebbe ancora una nicchia di mercato, nonostante si preveda che diventi uno dei segmenti di bevande in più rapida crescita in futuro, mentre la Germania rappresenterebbe il mercato principale di riferimento.

Ma cos’è precisamente il Cold Brew e come si prepara?

Il Cold brew è un caffè estratto a freddo con un processo estremamente lento. Tutto avviene grazie ad uno strumento chiamato Dripster, un coffee maker che si compone di tre parti: quella superiore dove viene posizionata l’acqua fredda, quella centrale che contiene i chicchi di caffè macinati, e quella inferiore che raccoglie il prodotto finale.

L’acqua fredda passa attraverso il contenitore che contiene il caffè una goccia alla volta, con un ritmo di circa 8 gocce ogni 10 secondi, catturandone l’essenza che non viene intaccata in alcun modo dagli effetti del calore. Questo metodo di estrazione basato sulla lentezza, con un gocciolamento che impiega almeno 8 ore per arrivare a compimento, porta ad ottenere una bevanda limpida, morbida e più dolce dell’espresso oltre che con una maggiore concentrazione di caffeina. Ovviamente il risultato finale varierà in funzione del tipo di miscela scelta.

Quali sono le origini del Cold Brew

Le origini del Cold Brew Coffee risalirebbero alla fine del 1600 e sarebbero da attribuirsi ai giapponesi che pare preparassero questa bevanda tramite un delicato passaggio di acqua fredda attraverso la polvere di caffè o di tè, regolandone la concentrazione a seconda dell’uso cui era destinata, minore se domestico maggiore se legato ai viaggi, in modo da poterla diluire nel tempo. Metodi simili furono utilizzati sia in Europa che negli Stati Uniti per la preparazione di caffè concentrato da inviare alle truppe impegnate al fronte.

Introno alla seconda metà dell’800 fu il ricercatore americano Todd Simpson, durante uno dei suoi viaggi in Perù, ad apprezzare il caffè preparato in infusione a freddo e poi utilizzato nelle traversate semplicemente riscaldato, al punto che ritornato in patria inventò e brevettò il Toddy, una tipologia di dripster ancora oggi tra i più diffusi per la preparazione del Cold Brew Coffee.

Il Cold Brew Coffee e la Mixology

Grazie al suo sapore più delicato, il cold brew coffee viene spesso utilizzato anche come base per cocktail o drink miscelati sia nella versione alcolica che in quella analcolica.

Se è vero infatti che storicamente il caffè è un ingrediente dalle mille sfaccettature sensoriali che si presta a diventare parte integrante dei giochi della mixology, capace di dare un tocco distintivo anche ai drink delle grandi occasioni, il cold brew ha una marcia in più proprio per le sue caratteristiche gusto olfattive meno decise e invasive, consentendo di creare cocktail dove il gusto delle varie specialties si fonde perfettamente con quelle degli spirits e dei liquori, creando armonie uniche e sorprendenti. Anche questa sua versatilità nell’ambito della miscelazione potrebbe contribuire a favorirne, in prospettiva, una sempre maggiore diffusione.

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