mercoledì, Marzo 5, 2025
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Torrefazioni italiane: 50 milioni per rilanciare il settore

Mediocredito Centrale stanzia 50 milioni per sostenere le torrefazioni italiane, supportando liquidità e investimenti in efficienza e sostenibilità.

Le banche del Gruppo Mediocredito Centrale (MCC) hanno annunciato lo stanziamento di un plafond di 50 milioni di euro, destinato a supportare le imprese del settore della torrefazione. Questa iniziativa arriva come risposta alle difficoltà economiche che il comparto sta affrontando, causate dall’aumento dei costi del caffè e dalle sfide che ricadono sull’intera filiera produttiva. Con il sostegno di questo finanziamento, le torrefazioni italiane potranno affrontare le difficoltà legate alla gestione della liquidità e investire nell’efficientamento dei processi produttivi, con un occhio di riguardo agli obiettivi di sostenibilità ambientale.

Il Plafond a supporto delle torrefazioni

Le torrefazioni, che si occupano della lavorazione del caffè e della sua distribuzione, sono da tempo alle prese con l’innalzamento dei prezzi delle materie prime, in particolare il caffè, che ha visto aumenti significativi a livello globale. Tali rincari, uniti all’incremento dei costi energetici e delle materie prime utilizzate nei processi produttivi, stanno mettendo a dura prova le piccole e medie imprese del settore.

Per affrontare queste difficoltà, il Gruppo Mediocredito Centrale ha creato un fondo di supporto di 50 milioni di euro, che verrà gestito attraverso le banche che ne fanno parte: Mediocredito Centrale, BdM Banca e Cassa di Risparmio di Orvieto. Questo plafond è pensato per fornire alle imprese del comparto due principali forme di supporto finanziario:

  1. Finanziamenti per la Liquidità: Le aziende potranno richiedere un sostegno per far fronte alle difficoltà di cassa causate dagli aumenti dei costi e dalla pressione economica. In questo modo, le imprese avranno a disposizione liquidità immediata per proseguire la loro attività quotidiana senza intoppi.

  2. Finanziamenti per Investimenti in Efficienza: Le torrefazioni potranno accedere anche a finanziamenti destinati a migliorare l’efficienza dei loro processi produttivi. Questo aspetto è particolarmente importante perché permette alle aziende di investire in tecnologie che riducano i consumi energetici, ottimizzino i processi di lavorazione e, soprattutto, rispondano agli standard di sostenibilità ambientale e sociale previsti dalle normative ESG (Environmental, Social, Governance). L’obiettivo è rendere la produzione del caffè più sostenibile e meno impattante sull’ambiente.

Condizioni e requisiti

Come per ogni finanziamento, l’accesso alle risorse stanziate dipende dal superamento di alcune condizioni. In primo luogo, le aziende interessate dovranno ottenere una valutazione positiva sulla loro affidabilità creditizia da parte delle banche del Gruppo MCC, che procederanno con un’analisi del merito creditizio. In secondo luogo, per accedere ai finanziamenti, le torrefazioni dovranno essere ammesse al Fondo di Garanzia per le PMI, uno strumento che facilita l’accesso al credito per le piccole e medie imprese italiane, proteggendo le banche da eventuali rischi di insolvenza.

Un impegno per la filiera agroalimentare

Con questa iniziativa, Mediocredito Centrale e le banche del gruppo confermano il loro impegno a sostenere un settore fondamentale per l’economia italiana, in particolare per le aree del Mezzogiorno. L’agroalimentare è, infatti, uno dei pilastri dell’economia del Paese, con circa 1,2 milioni di imprese e oltre 3,5 milioni di addetti. Di queste, oltre 800 torrefazioni si trovano nelle regioni del Sud Italia, che costituiscono il cuore produttivo di una filiera che genera migliaia di posti di lavoro e una significativa produzione di caffè, un prodotto che è divenuto simbolo della tradizione e della cultura italiana.

Il sostegno finanziario annunciato non è solo una risposta alle difficoltà momentanee, ma un investimento nel futuro del comparto, che dovrà essere in grado di affrontare le sfide globali, puntando su innovazione e sostenibilità. L’obiettivo di questo plafond è, infatti, non solo quello di supportare la continuità delle torrefazioni italiane, ma anche di incentivare il loro sviluppo verso modelli produttivi più green e più efficienti, in grado di rispondere alle esigenze del mercato e alle richieste di un consumatore sempre più attento alla sostenibilità.

Ripercorriamo brevemente le difficoltà del settore Caffè e il problema dei rincari

Siamo in un momento storico in cui moltissimi prodotti hanno visto aumentare il prezzo di vendita, ma perché questo rincaro colpisce in maniera così profonda e diretta il consumatore italiano?

Il caffè è sempre stato visto come un elemento della nostra quotidianità, tuttavia poche sono le persone che ne conoscono il vero valore.

A ricordarcelo è l’Associazione Caffè Trieste, che spiega brevemente le principali difficoltà del settore e come viene influenzato il prezzo del caffè.

Il caffè, è bene ribadirlo, è una commodity, ovvero una merce valutata in Borsa (in particolare a New York e a Londra); addirittura è una delle più scambiate. Qui viene decretato il costo della materia prima, o caffè crudo, che negli ultimi due anni ha continuato a salire.

Nel solo 2024 il prezzo medio del caffè è cresciuto del 70%. Nei primi 40 giorni del 2025 ha superato ogni livello precedente, aumentando per più del 30%, e superando l’asticella dei 440US$c/libbra, ovvero più del doppio dei 186.75US$c/libbra del gennaio 2024.

I motivi sono da ricercare, nei Paesi d’origine, nelle perduranti condizioni climatiche sfavorevoli alle colture come il caffè; in Europa, alle incipienti stringenti normative anti-deforestazione; ma anche alla speculazione finanziaria che queste situazioni di incertezza permettono, specie con buffer stocks ai minimi storici.

A questo si aggiungono – ed è un elenco non esaustivo – i paralleli rincari dei trasporti marittimi, l’allungamento dei tempi degli stessi che espongono gli importatori a ulteriori costi finanziari, il rafforzamento del dollaro nei confronti dell’euro, l’aumento dei costi dell’energia, dei carburanti e dei materiali d’imballo; eventi che hanno posto in seria difficoltà il settore del caffè in senso lato.

Questa perdurante crisi mette in pericolo l’esistenza stessa dello storico settore del caffè in Italia, che rappresenta decine di migliaia di posti di lavoro, tra diretti e indiretti, come pure un fiore all’occhiello del Made in Italy nel mondo.

Non sono solo i margini dei torrefattori a essersi ridotti in modo drammatico, ma anche quelli di altri settori della filiera. Gli importatori di caffè crudo, gli spedizionieri e chi si occupa di  logistica, come pure i produttori di attrezzature e macchinari, si sono trovati a dover fronteggiare una situazione dove gran parte della liquidità  viene indirizzata all’acquisto della materia prima, ormai carissima, e non permette di investire nello sviluppo delle aziende, mettendole così potenzialmente a rischio.

Se i motivi scatenanti sono la diminuzione della produzione agricola nei Paesi d’origine, che chiedono più valore a fronte di minori quantità (con buona – e giusta – soddisfazione dei milioni di produttori), e l’aumento di consumo anche in Paesi che storicamente consumavano tè e altre bevande, è difficile prevedere un ritorno a livelli accettabili per l’industria di trasformazione.

Questi aumenti, che finora sono stati assorbiti dalla filiera, ora si presentano al consumatore finale. Ma la volontà dell’industria italiana è senza dubbio quella di mantenere alta la qualità media dei caffè bevuti, continuando a dare al consumatore un prodotto di qualità e valorizzato in modo equo.

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